INCONTRI INASPETTATI - Pesaro Urbino Trasgressiva

INCONTRI INASPETTATI - Pesaro Urbino Trasgressiva

Eccoci qua, anche per me è arrivato il momento della temuta cena di classe delle superiori, una rimpatriata che per anni è stata sempre rimandata, con mia somma gioia, ma che la scorsa settimana, alla fine, qualcuno ha avuto l'ardire di organizzare, con la classica formula aperitivo più pizzata, per festeggiare tutti assieme, anche se, nel mio caso, non c'era molto da celebrare... Dopo le superiori, infatti, ho provato per due volte ad entrare a medicina, senza risultati, e mi sono trovata un impiego tanto noioso quanto insignificante, per cui l'idea di sentire gli stupefacenti successi lavorativi ed accademici dei miei ex compagni non mi faceva impazzire. L'unica persona che avevo voglia di vedere era Andrea, con cui avevo legato parecchio ma che la vita me lo aveva un po' allontanato, con le nostre proverbiali uscite che, negli anni, si sono diradate, per poi cessare del tutto. Tutti, in quel periodo, ci dicevano che saremmo stati una coppia perfetta, affiatata e in sintonia come poche, peccato che io sia sempre stata attratta dalle ragazze, per cui Andrea era solo un caro amico, di cui credevo di sapere tutto, ma quando alla cena si presentò, arrivando con clamoroso ritardo, capii che di lui, o meglio di lei, non avevo mai capito nulla... Proprio così, perché Andrea adesso non c'era più, chi mi trovavo di fronte era Sara, la splendida evoluzione del mio amico, ormai liberata dalle sue catene interiori, legacci tanto segreti quanto forti, stando al suo racconto quella sera, dove il suo cambiamento ha catalizzato l'attenzione di tutti.
Le riunioni di ex compagni di classe, per quanto interessanti come in questo caso, finiscono sempre presto, ognuno deve tornare alla propria vita, così ben presto ci trovammo soli io e Sara, proprio come ai vecchi tempi, passeggiando per i vicoli del centro storico. Le parole scorrevano ininterrotte, come un fiume in piena, e man mano che il feeling tra noi ricompariva, dentro di me pensavo a quanto fosse stata stupida la lontananza, a quanto Sara fosse fantastica e a quanto si fosse fatta carina: alta, sinuosa, slanciata e dai lineamenti delicati, i suoi capelli profumavano nell'aria di febbraio, e il suo sguardo, prima sfuggente, si faceva sempre più fisso sul mio, fino a quando accadde quello che ora penso fosse inevitabile: Sara si fermò, mi prese il viso tra le mani e mi baciò.
Mi ritrovai immediatamente bagnata, come se tutto l'affiatamento che avevo con Andrea si fosse all'improvviso trasformato in attrazione fisica per la sua nuova versione, perché Sara era ai miei occhi, quella sera, perfetta: la sua personalità era sempre la stessa, il suo corpo però era quello che volevo, e io lo volevo davvero fortemente quella sera, così proposi quasi subito di andare a casa mia, che distava appena qualche minuto a piedi... Tenendola per mano e quasi trascinandola, la condussi nella mia umile mansarda, piccola ma accogliente, che aveva visto negli anni un via vai di ragazze di ogni sorta, ma mai una trans, con le quali non avevo mai avuto a che fare, anche se devo dire che con Sara fu tutto naturale, e l'imbarazzo, forse complice la nostra passata amicizia, non venne a bussare alla porta di nessuna delle due: in un attimo ci ritrovano senza vestiti, con lei che mi spogliò delicatamente, prima di mostrare se stessa in tutto il suo splendore, lasciandomi scoprire gradualmente il suo corpo, fino ad arrivare al suo membro, già turgido e desideroso di attenzioni.
Non avevo mai maneggiato l'attrezzatura di un uomo, ma prendere in mano quello di Sara e iniziare a lavorarlo pian piano con le mani mi sembrò del tutto naturale, anzi, trovai la situazione talmente eccitante che, ancora entrambe in piedi, presi la mano di lei e me la misi in mezzo alle gambe, invitandola dolcemente ad accarezzarmi mentre io facevo lo stesso con lei. La sensazione di quella verga pulsante, di autentica carne, viva, tra le mie mani era strana, ma non mi feci intimorire dalla novità, anzi, tanto valeva sperimentare sino in fondo, quindi lentamente mi inginocchiai e, timidamente, presi tra le labbra la dotazione di Sara, prima passando la lingua lungo l'asta e poi assaggiandone la punta, spingendo gradatamente sempre più giù in bocca il membro, mentre con le mani esploravo le splendide gambe della mia amica, arrivando al suo sedere di marmo. Presa confidenza, con entrambe mani afferrai le natiche per spingere il bacino avanti e indietro, dettando il tempo, mentre Sara, presa alla sprovvista dalla mia audacia, si godeva le mie attenzioni.
Stavo sperimentando come mai nella vita, allora tanto valeva farlo per bene, così mi poggiai allo schienale del divano, dando le spalle alla mia amica di un tempo, che in un attimo si mise dietro di me e, cautamente, mi entrò dentro, prima solamente con la punta, poi andando sempre più a fondo, ad un ritmo che, con il passare dei minuti, si fece sempre più serrato. Di strap on, nella vita, ne ho avuti diversi, usati quasi sempre dalla partner di turno su di me, ma il movimento di bacino di Sara era completamente diverso, armonioso ma severo, preciso ma secco, potevo sentire ogni centimetro del suo arnese dentro di me che, venoso al punto giusto, riusciva a toccare i punti perfetti, facendomi scappare dalle labbra involontari gemiti goduti.
Le pareti del mio appartamento sono sottili, e i vicini di casa particolarmente impiccioni, per cui provavo a trattenermi tutto dentro, mordendo i poggiatesta del divano, ma quando Sara aumentò il ritmo, non fare rumore divenne impossibile quasi quanto tenere asciutti i cuscini del sofà, ormai inondati dai miei liquidi, la migliore prova che mi stavo divertendo un mondo... Avevo perso ormai tutti i freni in sua balia, ma era tempo che anche io mi dessi da fare, quindi feci sdraiare Sara e, dopo essermi seduta sul suo viso, per farle gustare il lavoretto a cinque stelle che mi aveva fatto, iniziai a cavalcare il suo randello, muovendomi sopra di esso con tutta la lentezza di cui ero capace. La visione di Sara, sotto di me, con un'espressione beata, mentre il suo stupendo corpo sobbalzava delicatamente al ritmo che io avevo imposto, le sue mani sul mio seno, strette in una morsa decisa ma gentile, il mix di gioia e complicità nei suoi occhi, sono tutte cose che mi porterò dietro per un bel pezzo, e che lì per lì non fecero altro che incendiarmi ancora di più.
Non era l'ultima sorpresa che avevo in serbo per lei, però, perché mi venne in mente uno sfizioso attrezzo che avevo in un cassetto e non usavo da un pezzo, così corsi in camera, per poi ritornare qualche secondo dopo con addosso il mio fidato strap-on, comprato al sexy shop dietro casa qualche mese fa, nonché compagno di piacevoli serate con diverse donzelle, ora pronto per essere testato anche con la trans più dolce di Verona... Alla vista di quel giocattolino, gli occhi di Sara si illuminarono e, senza farselo ripetere, si mise a novanta, pronta per riceverlo dietro, mentre già iniziava a toccarsi il membro, pregustandosi il mio trattamento, trattamento che non tardai a darle, iniziando a pomparla lentamente ma inesorabilmente.
Devo dire che ho comprato proprio un piccolo gioiellino, comodo da indossare, con un'asta nodosa e di ottime dimensioni, con tanto di piccolo dispositivo vibrante per chi se lo mette, capace di farmi venire a iosa proprio mentre lo stavo dando a Sara, che senza sosta continuava a masturbarsi, fino a quando non venne anche lei, inondando di liquido il mio divano proprio mentre raggiungevo l'ennesimo orgasmo, per un doppio coro di godimento che avrà svegliato tutta la palazzina... I giorni seguenti, infatti, per l'imbarazzo ho evitato di incontrare per le scale tutti gli inquilini, stando bene attenta ad uscire di casa quando nessuno era presente, mentre con Sara, al contempo il mio amico perduto e la mia amica ritrovata, di questi problemi non me ne faccio di sicuro: abbiamo riallacciato i contatti, non so se la serata speciale che abbiamo avuto insieme si ripeterà, quel che è certo è che la complicità è rinata, forte come non mai, come se gli anni non fossero passati, e che un caffè, di tanto in tanto, ce lo prenderemo…

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